Una storia di amicizia, di pellegrinaggi e di servizio
Luciano Bani nasce a Pistoia il 3 giugno del 1937. Nell'estate del 1956 si trova presso dei parenti a Port St. Louis du Rhône. Attratto dalle notizie sul Santuario di Lourdes chiede come poter raggiungere Lourdes. Trascorsa la notte in viaggio sul treno raggiunge Lourdes nel mattino del 15 agosto, solennità dell’Assunzione, partecipa alla celebrazione della Messa e trascorre diverse ore in meditazione alla Grotta dove matura la consapevolezza dell’immenso amore che Maria ha per i suoi figli e del “servizio” che la Vergine gli affida: quello di portare il numero maggiore possibile di “amici” a Lourdes. Possiamo far risalire a questa data la nascita dell’Associazione degli AMICI DI LOURDES di Pistoia infatti già nel settembre 1956 Luciano parte con un piccolo gruppo di persone dirette in pellegrinaggio da Pistoia a Lourdes. Da allora ha avuto inizio quella interminabile serie di viaggi in pullman che ha visto Luciano ed i suoi “Amici” presenti alla Grotta di Massabielle più volte ogni anno (fino anche a sette!). Dalla stessa voce di Luciano abbiamo più volte ascoltato la “confessione” che Maria è stata per tutti questi anni la sua confidente e la sua consigliera per le decisioni importanti della sua vita. A Lourdes si trova Luciano a chiedere a Maria se Gigliola è la donna “della sua vita” e che poi sposerà il 9 settembre del 1962. Negli anni ’70 è promotore della costruzione della nuova chiesa di S. Maria Maggiore a Vicofaro. E’ all’interno dell’allora Comunità Parrocchiale che Luciano svolge la sua opera con fervore ed intuizione soprattutto a servizio degli ultimi e dei poveri, della catechesi e della liturgia. Senza mai dimenticare la Grotta di Lourdes. E’ alla Grotta di Massabielle che le figlie di Luciano ricevono per la prima volta Gesù Eucaristia. Luciano è a Lourdes per chiedere a Maria di essere Lei la custode della sua famiglia e delle costituende famiglie di Cristina e Alessia (le figlie). E’ a Lourdes che Luciano matura la sua vocazione al Diaconato che si realizza con l’accoglimento ufficiale della proposta del Vescovo ad iniziare la preparazione all’Ordine proprio di fronte alla Grotta di Massabielle. Luciano viene ordinato Diacono il 3 ottobre 1987 A Luordes vengono portate, ancora di pochi mesi e nel loro primo Pellegrinaggio, le nipotine. E’ con il pensiero rivolto sempre alla Vergine di Lourdes che affronta nel 2007 la sofferenza inflitta da una severa patologia che per la prima volta lo costringe a non recarsi di persona ai piedi dei Pirenei. Passato il momento intenso, però i pellegrinaggi per Luciano riprendono ed ogni volta che torna sembra che l’incontro con Maria a Lourdes dia la forza per ricominciare e ripartire e ripartire e ripartire. L’8 dicembre 2011 Luciano Bani riceve la Croix de Lourdes o Medaglia Nostra Signora di Lourdes. Si tratta dell'attestazione di stima che il Vescovo di Tarbes e Lourdes concede ai “buoni e fedeli servitori” che si sono distinti per un tempo significativo di impegno nell’ambito dei pellegrinaggi o nella ospitalità dei pellegrini e dei malati nella cittadina ai piedi dei Pirenei, luogo delle notissime apparizioni della Madonna. E' il riconoscimento che il Santuario accorda come ringraziamento per i servizi resi nella cornice dei pellegrinaggi a Lourdes. L’attività di Luciano e della associazione degli “Amici” è nota in Pistoia per l’impegno profuso, in quasi 60 anni, nel condurre tanti fedeli a Lourdes, per dar loro la possibilità di riaccendere la speranza, dare slancio al proprio impegno di fede, nella testimonianza quotidiana - al ritorno dal viaggio in Francia - della carità. Di grande importanza le realizzazioni degli “Amici”, in collaborazione per esempio con i vivaisti pistoiese per il restauro o la nuova costruzione di strutture presso il santuario. I viaggi continuano negli anni. L’ultimo lo scorso marzo. La salute non lo assiste, però lui è pronto a ripartire il 21 giugno. Ma le sue condizioni si aggravano ed inaspettatamente per tutti - per i familiari e gli amici che conoscono la sua tempra combattiva e anche per i medici che imparano a stimarlo per il suo modo unico di accettare ed affrontare la sofferenza – oggi Luciano ci lascia (solo fisicamente però, perché lo sentiamo ancora e più vicino!) per tornare nell’abbraccio misericordioso del Padre. Luciano, non ti stancare di pregare con noi la Grande Madre di Dio perché ci tenga sempre protetti sotto il suo manto e possiamo imitarti nella tua storia di amicizia, pellegrinaggi e servizio.
FC
IL TESTAMENTO SPIRITUALE
Un compito difficile
E’ difficile questo compito che mi è stato affidato.
E’ difficile dare questa notizia a tanti Amici.
E’ sempre difficile dare la notizia “ufficiale” della dipartita di una persona cara.
E’ ancora più difficile dare questa notizia quando la persona che se n’è andata ti è davvero così vicina; quando questa persona è per te amico, secondo padre, maestro e confratello nell’Ordine Sacro.
Luciano Bani, Diacono, Marito, Fratello, Padre, Nonno, Amico di Lourdes e Fondatore dell’Associazione Amici di Lourdes di Pistoia è tornato nell’abbraccio misericordioso del Padre.
Mi accorgo ora, mentre lo faccio, quanto sia difficile dirlo e scriverlo nero su bianco. E’ difficile, perchè quando le parole devono, come in questo caso, raccogliere il sentimento, diventano davvero strumenti limitati e inadeguati. E rischiano di essere inefficaci.
Ma se riescono a superare i confini angusti della retorica e ad esprimere sentimenti veri, possono essere all’altezza del compito.
E’ difficile per me, anzi impossibile, spiegare pur con gli occhi della Fede il perché anche le persone che riteniamo “Giusti” debbano subire la sofferenza, la malattia e la morte. Luciano però, con la sua testimonianza e con la sua devozione smisurata alla Vergine Immacolata - strumento nelle mani di Dio per dare carne e un corpo all’Eterno – sembra ancora ripeterci, come ci ha insegnato in questi decenni, che per rendere più facile questa sofferta fiducia in Lui, Dio è sceso fra gli uomini con l’incarnazione del Figlio nel grembo di una Donna, ha percorso il nostro cammino fino all’agonia e alla morte e di là ha fatto germogliare il mistero pasquale della risurrezione.
Tutti conosciamo l’opera di Luciano in questo tempo che ha trascorso fisicamente con noi. Articoli di giornale, servizi televisivi e pagine internet hanno rimbalzato biografie e notizie su notizie. Ma è difficile - e riapre ferite che non accennano ancora a rimarginarsi – ripercorrere con voi, Amici, gli accadimenti degli ultimi giorni. E’ penoso... ma questo compito ho accettato e mi sembra doveroso portarlo a termine, così, semplicemente, tra Amici che patiscono il medesimo dolore e si fanno forza a vicenda.
Il 22 maggio scorso Luciano accusava una grave sofferenza respiratoria. Allarmati i familiari d’accordo con il medico di fiducia ritenevano necessario il ricovero presso l’Ospedale di Pistoia. I primi accertamenti non delineavano un quadro clinico roseo, ma non lasciavano presumere neppure una patologia tanto severa quanto poi si è dimostrata. Tanto che il 28 maggio Luciano veniva dimesso dall’Ospedale con l’unico obbligo di seguire una terapia possibile al domicilio e aiutato nella respirazione dall’ossigeno.
Il 1 giugno, dopo una nottata difficile di dolori lancinanti in tutto il corpo, Luciano chiedeva di ricontattare con urgenza il suo medico perché sentiva che qualcosa non stava andando nel verso giusto. Il medico – sempre disponibile – accorreva e consigliava di nuovo il ricovero in Ospedale, ma i familiari questa volta decidevano il trasferimento al Presidio di Careggi. Ai medici fiorentini le condizioni apparivano subito gravi e gli accertamenti dei dieci giorni successivi (attuati con tutte le cautele del caso su di un paziente come Luciano già provato dalla malattia e allergico ad una serie di presidi medico/diagnostici) confermavano la complessità del quadro clinico tanto che i familiari si adoperano per organizzare un trasferimento presso un centro specializzato di Milano.
Ho visitato Luciano alcune volte a Firenze in Ospedale ed ora, con il senno di poi, credo di aver capito una cosa dalla sua vicenda e dal suo modo di affrontare il dolore (che lui pativa... non lo dava a vedere, ma pativa). Il dolore gli tarpava le ali, gli rompeva le ossa. Era come un temporale che sfronda le foglie. Ma ogni foglia che cadeva scopriva ai suoi occhi un lembo di cielo.
Può anche essere che, quelle che noi chiamiamo sventure, siano solo grosse pietre che fanno deviare il corso dei nostri flebili ruscelli, i quali però trovano così la via più breve per raggiungere il mare?
Luciano il 12 giugno alle 16,30, serenamente, in punta dei piedi, senza allarmare nessuno, come era stato il suo solito modo di fare di tutta una vita - a volte giudicato un po’ chiuso e burbero - sorretto dalla tranquillità di una “forza interiore fuori dal comune” (come l’hanno definita, commossi, i medici che gli sono stati vicini gli ultimi momenti... ma noi sappiamo essere stata la mano materna della Vergine), dava l’ultima scossa alle fronde lasciando cadere le ultime foglie di dolore che ancora a noi offuscano l’azzurro e vedeva il cielo così come egli lo ha sempre annunziato e testimoniato qui in terra.
E’ vero, si, è difficile Luciano, continuare ad affrontare le avversità della vita e le attività che tu svolgevi in maniera eccezionale con la semplicità e l’umiltà dell’ordinario. Più con più ora che sappiamo di non poterti vedere faccia a faccia e sentire direttamente il tuo modo franco e diretto di consigliarci. Ma ti sentiamo vicino, che preghi per noi e con noi la Grande Madre di Dio perché tutto ci sembri (o sia davvero) più facile.
Federico
P.S. – Il Consiglio degli Amici di Lourdes, per dare continuità all’attività dell’Associazione e all’opera di Luciano, ha individuato nella persona del Diacono MARCO BALDI il suo nuovo Presidente, coadiuvato (nel mio piccolo) da me - Federico Coppini - come suo vice e da Guido Agostini come Tesoriere
Omelia 22 giugno 2014 alla Casa dell’Anziano - PT
Luciano è stato per me una persona molto significativa. Devo dire che sin dalla prima volta degli esercizi spirituali a Lourdes in cui io sono intervenuto, nel 2004, ci siamo trovati subito ed è nato quel rapporto che non è stata solo amicizia ma un’intesa profonda. Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda, senza miei meriti particolari.
Ricordo ancora che durante gli esercizi Luciano era molto attento a tutte le meditazioni, ma in modo speciale aspettava sempre la meditazione su Maria, era la sua preferita.
Luciano era ai miei occhi un uomo concreto e generoso. Indimenticabile la sua gioia nel fare qualcosa di bello per gli altri: per i ragazzi del Cenacolo, per il p Santuario, per il Villaggio dei giovani… tanti doni, segno di una squisita attenzione concreta e generosa verso tutti. Mai dimenticherò la sollecitudine che ha avuto nei miei confronti quando sono stato vicino ai miei genitori perché ammalati entrambi.
Sin dal primo incontro, sono diventato il suo confidente e lo ritengo questo un privilegio che mi è stato concesso, per bontà sua. Ogni anno, durante gli esercizi, ci facevamo una chiacchierata e facevamo il punto sulla sua vita. Lo cercavamo entrambi questo momento.
Se dovessi dire cosa qualcosa di più di Luciano forse potrei dire che Luciano aveva quattro amori e sono quelli che mi ha trasmesso:
- Luciano amava molto la sua famiglia. Poche volte sono stato a casa sua ma ogni volta, attorno ad un pranzo, capivo quanto lui e Gigliola tenessero unita la famiglia. Luciano era davvero il “padre” di tutti che con il suo amore, con i suoi silenzi, con il suo ascolto e la sua capacità di coinvolgere era riuscito a portare tutti nella sua avventura di Lourdes, e non solo, ma i membri della sua famiglia ne sono diventati protagonisti.
- Luciano amava la Chiesa, così com’è oggi, ma aveva un’idea molto chiara di come doveva essere. Credo che volesse una Chiesa come quella che ha intravisto venire alla luce con l’arrivo di papa Francesco. Era felice per questo Papa, l’uomo che rispondeva ai criteri evangelici di semplicità, di autenticità, di radicalità che Luciano ha sempre cercato di vivere ovunque. Luciano amava la sua Chiesa di Pistoia, e si è dato tutto a lei, in tanti modi, ma specialmente restando al suo posto, quello del diacono, colui che serve, che lava i piedi, che ha un’attenzione per i più deboli. Amava la Chiesa che aveva scoperto bella e universale a Lourdes.
- Luciano amava Maria. Per lui era veramente la “mamma”, come la chiamava affettuosamente. Mi raccontò che dovendo dare la risposta al suo Vescovo che gli chiedeva di accettare il diaconato, lui non ha esitato a prendere due giorni di tempo per andare a Lourdes, pregare alla grotta e lì chiedere a Maria luce sul da farsi, e poi tornare a Pistoia facendo due notti in treno. La risposta fu un sì chiaro e definitivo. Luciano ha seguito la sua chiamata che poi ha condiviso con altri, come Marco, Pietro, Raffaello, Federico che a loro volta hanno risposto a Dio, sull’esempio di Luciano.
- Luciano amava l’Associazione “Amici di Lourdes”, nata dai primi pellegrini accompagnati a Lourdes. Non potrò mai dimenticare la festa del 50° di fondazione. E’ stato un grande Magnificat per questa “piccola opera” che Luciano aveva generato anno dopo anno con tanta dedizione. Devo riconoscere che l’amava nella misura giusta, senza sentirla troppo una creatura sua, l’amava perché nata dal cuore di Maria. Negli ultimi anni avevamo convenuto insieme che lui si occupasse di più dell’Associazione, con delle iniziative formative più specifiche. Ed posso assicurare che tra le diverse realtà laicali nate da Lourdes (ne ho conosciute alcune) l’Associazione Amici di Lourdes ha un timbro spirituale tutto suo, particolare, unico, che si alimenta sia con i pellegrinaggi che con gli incontri, il giornale, le giornate di ritiro.
- Poi è arrivata la malattia, in una forma rara e piuttosto seria. Da un giorno all’altro, Luciano si è ritrovato in ospedale a Firenze, con tanti esami da fare, ma con una serenità impressionante, fiducioso che la Madre era accanto a Lui. Ma anche i suoi familiari gli sono stati vicino. Appena Luciano si riprese e poté venire a Lourdes, da quel momento il nostro rapporto divenne più intenso. Credo che Luciano fosse cosciente del rischio di morire che questa malattia portava con sé e decise di fare una confessione generale della sua vita; senza svelare misteri, posso dire che fu un momento di Dio per me, che non ho più dimenticato.
- Dopo la malattia è arrivata anche “la grande prova”, come è scritto nel libro dell’Apocalisse, la notte dello spirito. Imprevista e terribile, più dolorosa della malattia. Dover lasciare la sua parrocchia, quella dove aveva dato la vita per decenni, fu un colpo terribile per Luciano. Ma Dio stava iniziando così quel lavoro profondo di spogliamento, quel lavorio interiore in cui toglie tutto all’anima che lo ha seguito, perché Lui solo sia il Tutto. Luciano ha vissuto questo tempo difficile con grande forza e determinazione. Ha fatto grandi passi nella fede, cercando la Volontà di Dio, cercando l’unità con il suo vescovo, cercando di avere uno sguardo oggettivo su tutti.
La notizia della sua partenza per il cielo mi ha colto all’improvviso, non ero pronto, e mi sono sorpreso. Luciano mi aveva abituato a vederlo superare i momenti difficili. Forse per questo sono rimasto sorpreso. Ma ora lo immagino accanto a Maria, la Madre, come un figlio prediletto che si è reso disponibile a fare tutto quello che Lei le ha chiesto.
Quel giorno a Lourdes è stata Maria a dire a Luciano: “Grazie di essere venuto a trovarmi…” Chissà se vicino al suo letto di ospedale, Maria si è fatta sentire presente, e perché no, immagino che Luciano le avrà detto: “Grazie di essere venuta a trovarmi… ”. p. Saverio Zampa omi
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Chère Madame j’ai appris le décès de votre mari et je tiens à vous assurer de ma prière et de mon fidèle souvenir: avec l’association il a tant fait pour Lourdes et il aimait tellement Notre-Dame de Lourdes! Avec mes sincere condolèances mais dans l’espérance de la Résurrection Jacques Perrier- évêque émérite de Tarbes et Lourdes
Gentile Signora ho appreso della morte di suo marito e desidero assicurarle la mia preghiera e il mio fedele ricordo: con l'associazione ha fatto così tanto per Lourdes ed ha amato così tanto Nostra Signora di Lourdes! Con le mie più sincere condoglianze, ma nella speranza della risurrezione.
Jacques Perrier- vescovo emerito di Tarbes et Lourdes
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Poi nella stanza soltanto il silenzio
Caro amico, porta con te tutte queste nostre parole, dette frettolosamente, e rotte dalla contraddizione; di noi così diversi, e infine così simili nel sentire. Strade di passi che si separano nel vivere, ormai lontane nella memoria e nascoste da ciò che freneticamente vi si sovrappone, non sta a noi decidere quando si riuniranno. E così ti ho incontrato adesso, inatteso sul mio cammino, in questi ultimi tuoi passi appesantiti dalla malattia. Ti ho rivisto per ciò che conoscevo. Dunque, “mostrati, affidati, abbandonati”, ho pensato. Spalle forti, che hanno portato il segno delle tue intime certezze. Circondato dagli affetti così amorevolmente coltivati, e cresciuti solidi, robusti; ti somigliano anche nella forza, sai? E non c’è vergogna se le tue gambe cedono, infine, dei passi per i molti percorsi, le molte vie; questo, un tuo insegnamento. Anche adesso sono in cammino. Ho ripercorso molte volte, in realtà, la corsia, fino alla tua stanza; all’inizio e alla fine del turno di ogni giorno. Perché credo al ruolo di ogni singola parola di conforto pronunciata, oltre ai farmaci per il corpo. E credo nella forza trasmessa dalle mani che si stringono. Con gli occhi con cui ci si rivolge al tramonto, cui, oltre ogni illusione, segue la certezza della notte, così hai affrontato la caduta del corpo. Ti confesso, che mi sono soffermato più volte ai margini del letto, per trovare la chiave della tua guarigione. Nonostante tutta la stanchezza, non ti ho visto mai arreso alla sofferenza, nonostante le prove cui la malattia e le terapie ti hanno sottoposto. E non ho trovato rassegnazione inerme, ma la forte convinzione ad affrontare ogni istante con lo stesso incedere di sempre: saldo. Quando ti sei aggravato, è stato un turbine improvviso. E poi nella stanza soltanto il silenzio. Ogni macchina aveva cessato il proprio cammino, a fianco del letto, sulle coperte stropicciate. Non più il frenetico correre di camici bianchi; non più mani accorse a toccare, sentire, scuotere. Solo noi, caro amico. E solo noi sappiamo, che, sebbene vi siano altre battaglie in tutte le altre stanze del reparto, nelle corsie dell’ospedale, di continuo; e sebbene si mescolino gioie grandi ed enormi dolori; tutto, attorno, si è fermato, almeno per il rispetto di un istante, nel silenzio di un intimo saluto, che troppo presto lascerà il posto al dolore. E’ così infine, che si perde un amico. Mi interrogo spesso su quale sia stato il ruolo del mio agire, quando la vita sfugge tra le dita, nonostante tu serri e stringa con forza il pugno. Con tutta la forza. In questo luogo simile ad un porto, dove a volte non si ha il tempo di con fidarsi coi propri cari, che per i segreti più intimi; a volte nemmeno un saluto. Per questo ti chiedo di portare con te, anche queste mie parole, mentre interrogo la vita.
(Testimonianza del dott. GABRIELE CIONI che è stato vicino a Luciano negli ultimi istanti della sua vita terrena)
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Ad un amico...
Ciao Luciano, ti ricordi tanti anni fa a Vicofaro: io ero un ragazzino che facevo parte degli aspiranti di AC e tu eri il braccio destro di don Amerigo, mentre il braccio sinistro era mio nonno Mario Lotti. Noi ragazzi vivevamo la parrocchia solo come un luogo di divertimento (anche se la Celide, zia di don Amerigo, era il nostro terrore perché ci rincorreva sempre con la scopa in mano); tu invece, eri già un adulto e ti occupavi della Parrocchia, sia nell’organizzazione che nella gestione. Poi ci siamo persi di vista per diversi anni, perché io ero entrato nello scautismo e non frequentavo più Vico faro, ma sempre mi sono portato dietro questa immagine di Luciano, braccio destro del parroco. Ti ho ritrovato molti anni dopo, ormai ambedue adulti, quando iniziai il cammino diaconale. Lì ho imparato a conoscerti meglio; non eri più un personaggio quasi irraggiungibile, ma un diacono da cui potevo imparare tanto durante la mio formazione. Capii cosa voleva dire cercare di essere come Cristo che “è venuto non per essere servìto, ma per servire” Capii l’umiltà della lavanda dei piedi dove una lettura affrettata mi metteva spontaneamente al posto di Gesù per lavare i piedi degli altri, che bei servizio diaconale! Ma che fatica sprecata! Il mio posto non era quello: non potevo ambire a sostituire Gesù! Il mio posto era seduto sulla panca accanto a Pietro, Giuda e gli altri, per lasciarmi toccare, lavare, amare senza alcun merito, per stare sulla panca con cuore disarmato. Per questo ho capito le tante persone che in questi giorni sono passate davanti al tuo feretro ed hanno lasciato un messaggio forte:”Grazie Luciano per avermi fatto ritrovare la fede accompagnandomi a Lourdes!”. E’ questo che ho imparato dà te, lo stare sulla panca “accanto a Pietro, Giuda e gli altri”: non hai insegnato la fede, non hai fatto grandi discorsi, hai semplicemente preso per mano, accompagnato tante persone che hanno trovato in questo la strada della sequela di Cristo. E grazie anche per la testimonianza che davi del tuo essere sposo. Gigliola non era molto fisicamente presente accanto a te, ma si percepiva che era lì, che quello che facevi era sempre nel nome di quel sacramento che vi aveva uniti tanti anni prima. Grazie Luciano, sono certo che Bernadette ti sta guidando verso la nostra comune Madre, Maria e che da loro accompagnato, così come facevi tu con i pellegrini di Lourdes, stai raggiungendo la pienezza del Signore nostro.
Piero Pierattini
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Vogliamo dire a tutta la vostra famiglia di Amici di Lourdes le nostre “condoléances” per la grande tristeza della partenza verso il Padre del nostro amico, fondatore della associazione di Lourdes. Suor Marie Jo che è a Nevers, ha avuto un ottimo rapporto di collaborazione con lui… Una grande comunione de preghiere qui alla grotta!
Sr Marie Ange, per le Suore della Carità di Nevers (Ste Bernadette)
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Un amico
E sempre doloroso distaccarsi dalle persone che amiamo in particolar modo quando queste persone ti hanno dimostrato affetto, amore senza pretendere niente in cambio. Ricordo ancora quando appena sedicenne Luciano mi volle a far parte del Comitato pro nuova chiesa. Per me fu in grandissimo regalo e insieme abbiamo lottato pregato e patito per questa nuova erigenda chiesa. Poi crescendo ho sempre trovato in Luciano non un padre ma un fratello maggiore sempre disponibile a venire incontro ai miei più disparati problemi nell'ambito della parrocchia. Poi arrivo la scuola del Sacro Cuore e anche li quante battaglie combattute insieme per la continuazione di una scuola cattolica a Vicofaro. Poi arrivano gli anni di Lourdes dove Luciano mi ha fatto vivere un dimensione nuova nel rapporto con la Madonna. Veramente me la ha presentata sotto la veste di una mamma amorosa sempre pronta a dialogare con i suoi figli ed ad aiutarli nel momento del bisogno. Che meravigliosi ricordi di queste visite a Lourdes dove Luciano era come il più caro degli amici, sempre pronto a mettersi a disposizione di tutti perché ognuno potesse vivere questi momenti nella maniera più gioiosa e intensa possibile. Ma la cosa più bella che mi ricorda Luciano è stato il suo rapporto con la malattia che lo ha perseguitato fino alla morte. Nonostante il suo stare male, non mancava mai di avere una buona parola con tutti, di mettersi al servizio degli altri. Lui confidava nella Madonna e tramite Lei arrivava a Gesù nella maniera più sincera che ci potesse essere.
Eh si Luciano tu sei stato per me un vero grande esempio di uomo, padre, amico sincero e non credo potrò scordarti mai. Devo ringraziare il Signore di avermi permesso di fare la tua conoscenza e usufruire della tua amicizia che mai potrò dimenticare.
Grazie Luciano
Piero
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Io e mia moglie eravamo nuovi di Pistoia ma proprio di Pistoia avevamo sentito parlare a Lourdes: li, noi due da soli , avevamo scoperto nella libreria del Santuario pubblicazioni che citavano l 'Associazione Amici di Lourdes di Pistoia e ne restammo sorpresi senza neppure conoscerla. Arrivati a Pistoia la prima cosa che facemmo fu quella di metterci in contatto e fu cosi che conoscemmo Luciano.
Lui e tutti gli amici dell'Associazione sono stati per noi un "Benvenuto" che la Madonna ci ha rivolto nella nuova città.
In Luciano abbiamo trovato calore, amicizia, affetto ma anche un'impostazione di fede semplice ma sicura come una roccia e splendente come una fiaccola nella "sua" Parrocchia di Vicofaro, che amava profondamente e di cui era l'anima spirituale.
Luciano ci ha fatto del bene e rendiamo grazie alla Madonna di avercelo fatto conoscere.
Una gran bella persona, sarà sempre nel nostro cuore.
Patrizio e Simonetta Spadoni
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Carissimi, con grande dolore ho appreso la triste notizia della morte di Luciano. Sapevo della gravità del suo stato di salute, ma speravo proprio che la preghiera di tutti coloro che gli vogliono bene riuscisse a strappare la grazia della guarigione. Rimane il ricorso alla Fede. Sono certo che la Madonna era all’appuntamento, Lei che Luciano ha tanto amato. Sarà stata certamente lì a fargli gli onori di casa, quella casa della felicità piena e senza ne che promessa ai buoni. So che Luciano ha tanto sofferto. Ho potuto raccogliere spesso le sue confidenze, qui a Lourdes. Ma ora la croce si è mutata in gaudio.
Palmiro
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Ciao Luciano, ti ricordo sempre sorridente e paziente. Ti ho incontrato in un momento molto difficile della mia vita. In un momento in cui avevo perso la strada maestra e tu ,sempre senza giudicare e con il sorriso ,mi hai riportato dalla Mamma celeste. Grazie Luciano prega per me da lassù.
Roberto
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