Da quel momento in poi non ricordo più niente fino a quando - erano le quattro del pomeriggio - mi sentii battere sulla spalla da un signore che indossava delle bretelle di cuoio e gentilmente mi invitava a lasciare il mio posto perché di lì a poco sarebbe partita come ogni giorno la processione eucaristica per la benedizione dei malati.
Mi alzai, presi la mia valigia, feci il segno della croce e mi voltai per uscire. Appena fatti i primi passi sentii una voce che mi diceva: “Grazie per essere venuto, ti aspettavo, ma d'ora in poi dovrai tornare portando qui tanti miei figli”. Mi voltai verso la Grotta ed ebbi la sensazione che Maria mi sorridesse.Quelle parole intanto continuavano a martellarmi nella testa fintanto che non uscii dal cancello dal Santuario. La sera partecipai alla processione con i “flambeaux” e anche durante la recita del Rosario e i canti continuavo a sentirmi ripetere quella frase dolcissima.
Il giorno seguente di buon mattino ero già alla Grotta ma l'eco di quelle parole non mi abbandonava. Cercai un confessore alla cappella della riconciliazione e gli raccontai ciò che mi era accaduto. Mi disse: “Nostra Signora ti chiama ad essere guida di tanti che vorranno incontrarla in questo luogo, dove la sua presenza tutta materna si può toccare con mano. Non dirle di no”.
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